A.D. Nuovo Basket Potenza - Regolamento
La sua essenza
Per chi ha il piacere e la fortuna di vivere “lo sport” con bambini e ragazzi e verso loro si fa portatore di valori etici da comunicare con l’esempio e l’azione e non solo con parole e per chi rigetta con il proprio comportamento autorità e retorica in nome di autorevolezza e coerenza sembrerebbe non avere senso scrivere un codice etico perché esso dovrebbe essere attuato e dimostrato nelle azioni quotidiane e non con un documento scritto, tuttavia, la sua elaborazione si è rivelata un momento di formazione e stimolo per l’intera  Associazione Dilettantistica Nuovo Basket Club Potenza e la sua condivisione un elemento di chiarezza e coesione per l’attività del gruppo e di trasparenza verso chiunque viene a contatto con la nostra attività.
Proveremo a costruire un ambiente in cui i bambini e ragazzi possano:
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fortificare le proprie Radici e rafforzare le proprie Ali
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sconfiggere l’invidia e l’arroganza
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“praticare” l’allegria
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tramite l’impegno personale, il rispetto dei propri compagni e delle loro diversità e il rispetto delle regole si può costruire un grande risultato “sportivo”: crescere con la consapevolezza di avere veri amici con i quali condividere una sana passione sportiva, giocare con correttezza e rispetto degli  avversari nella consapevolezza che il fare sport presuppone la volontà di conseguire la vittoria. La vera vittoria deve essere costruita sullo spirito di squadra che si forma lavorando con serietà per migliorare le capacità tecniche individuali e rafforzare la coesione del gruppo che si manifesta aiutando i propri compagni (in difesa) e fidandosi di loro (in attacco).
In questo spirito e con queste finalità nasce il nostro Codice Etico consapevoli che le parole al centro della nostra azione sono:
Tolleranza – Diversità - Uguaglianza – Onestà – Giustizia – Dignità – Solidarietà - Amicizia
Chi fa propri nell’
Per chi avrà la pazienza di farlo: Buona lettura, e a tutti buon divertimento con una palla da basket in mano ed un gruppo di amici, grandi e piccoli, con la stessa passione.
Per quanto ci riguarda cercheremo di creare un ambiente sano e sereno in cui i bambini e i ragazzi possano giocare con allegria vivendo una importante esperienza sportiva e di amicizia.
IL CODICE ETICO
Il Codice Etico dell’Associazione Dilettantistica Nuovo Basket Club Potenza (di seguito l’Associazione) reca norme di comportamento vincolanti e sostanziali e, pertanto, dovranno essere rispettate da tutti coloro che operano a qualunque titolo nell’ambito dell’Associazione a prescindere dalle rispettive competenze e alla posizione ricoperta.
L’adozione del presente Codice Etico è espressione della volontà dell’Associazione di promuovere la disciplina sportiva nel rispetto di valori etici che sono ritenuti di assoluto e imprescindibile riferimento. Essi sono considerati prioritari anche rispetto al conseguimento di ogni altro obiettivo anche sportivo, pur nella consapevolezza che il fare sport presuppone la volontà di conseguire la vittoria nel rispetto delle regole, degli avversari e basandosi sia sullo spirito di squadra che sulla capacità di migliorarsi individualmente e come gruppo aiutando i propri compagni e fidandosi di loro.
Il Codice Etico in particolare specifica i fondamentali valori della tolleranza, del rispetto delle diversità, del rispetto della altrui dignità, della solidarietà e dell’amicizia che in campo sportivo si coniugano con i doveri di lealtà, onestà, correttezza e coesione del gruppo. Nello specifico, la coesione corrisponde alla capacità di praticare l’uguaglianza pur nella  presenza di “tutte diversità” (siamo tutti diversi e quindi tutti uguali) consentendo ai membri di un gruppo di riconoscerlo come proprio e permettendo di fissare dei legami. Tutti i protagonisti della vita associativa dovrebbero tendere all’acquisizione di tali valori adoperandosi nel quotidiano con partecipazione e autocritica.
PRINCIPI GENERALI
Per la nostra Associazione dedita alla attività sportiva giovanile sono “bambini” tutti gli atleti.
In relazione alla individuazione dei principi generali ci siamo richiamati - adattandola - alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza approvata dall’Assemblea delle  Nazioni Unite (ONU) a New York il 20 Novembre del 1989 e dall’Italia ratificata e resa esecutiva il 27 Maggio 1991 attraverso l’approvazione della Legge n.176.
Devono essere rispettati i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc. essendo la diversità ricchezza da condividere insieme.
Tutti devono proteggere il bambino e assicurargli le cure necessarie per il suo benessere.
Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano.
Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato.
Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, con lo scritto, il disegno, la stampa, il gioco, l’azione ecc. nel rispetto delle regole e della altrui libertà e dignità.
Si deve rispettare il diritto del bambino alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.
Il bambino deve essere rispettato nella sua vita privata.
Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere.
I bambini devono essere protetti da libri, film ed altro materiale dannoso per la loro formazione.
I genitori (o i tutori legali) devono curare l’educazione e lo sviluppo del bambino e la Associazione deve proporsi con un proprio modello sportivo/formativo a cui la famiglia può liberamente aderire.
Il bambino deve essere protetto da ogni forma di violenza.
Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente ed essere parte integrante del gruppo perché ne è vera ricchezza al pari di ogni altro bambino.
Il bambino deve poter vivere in salute anche con l’aiuto della medicina che non può mai essere strumento per migliorare le proprie prestazioni sportive.
L’educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d’accordo con tutti; rispettare l’ambiente naturale.
Il bambino deve essere aiutato e apprezzato per la sua partecipazione nel gruppo e per il suo impegno individuale nel migliorarsi anche sportivamente e non solo per i risultati sportivi che ottiene.
Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto alla tolleranza.
Il bambino ha il diritto di giocare, di riposarsi e di svagarsi.
Il bambino deve essere protetto contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga.
Il bambino deve essere protetto dallo sfruttamento sessuale.
Il bambino deve essere protetto da ogni forma di sfruttamento.
I DESTINATARI del CODICE ETICO
Il presente Codice Etico si applica nell’interesse degli: atleti, bambini, ragazzi da parte di tutti i: compagni di squadra, genitori, tecnici, Â istruttori, medici, Â paramedici, fisioterapisti tesserati, collaboratori, consulenti esterni, tifosi e sostenitori della squadra; sponsor, soci, dirigenti, ogni altro soggetto che agisca nell’interesse dell’Associazione.
EFFICACIA
Il presente Codice Etico è stato adottato, con delibera del Comitato direttivo e della Assemblea dei Soci dell’Associazione ed è efficace fino a nuova deliberazione. Il presente Codice Etico è disponibile per la consultazione in formato elettronico nel sito web della Associazione(www.nuovobasketpotenza.it)  nonché, in formato cartaceo, nei suoi uffici e a tutti i destinatari si richiede il necessario rispetto.
Il presente Codice Etico può essere veramente efficace soltanto se i destinatari riflettono sui principi, gli scopi e le finalità proposti fornendo eventuali osservazioni critiche (che saranno oggetto di analisi per le successive rielaborazioni) ma impegnandosi a osservare tutte le disposizioni in esso contenute, a contribuire alla loro applicazione, a collaborare al suo sviluppo nonché ad assumersi le responsabilità conseguenti alla loro violazione che costituisce grave inadempienza alle regole sociali ed è, pertanto, meritevole delle sanzioni disciplinari previste dall’Associazione.
L’ignoranza del Codice Etico non può essere mai invocata a giustificazione di comportamenti direttamente e/o indirettamente lesivi dei valori e delle regole di comportamento dello stesso Codice Etico.
Il Codice Etico esplica i propri effetti per ogni attività, azione ecc.. compiuta nell’ambito della Associazione.
ASSOCIAZIONE : SUOI COMPITI E DOVERI
L’Associazione si pone come suo scopo primario la realizzazione di un progetto di educazione e formazione sportiva per bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni fondato sui valori etici contenuti nel presente Codice. Â
L’Associazione deve operare nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico e sportivo vigente e uniforma le proprie azioni e comportamenti ai principi di solidarietà, tolleranza, lealtà, onestà, correttezza e trasparenza in ogni aspetto riferibile alla propria attività.
L’Associazione si impegna ad adottare tutte le misure necessarie dirette a facilitare la conoscenza e l’applicazione delle norme contenute nel presente Codice Etico, prevedendo altresì l’irrogazione di sanzioni disciplinari nel caso di mancato rispetto delle stesse.
Nell’ambito della propria sfera di influenza l’Associazione si impegna a sostenere iniziative mirate alla promozione di azioni volte a prevenire il rischio di comportamenti non etici ed a cooperare attivamente alla ordinata e civile convivenza anche sportiva.
Tutte le attività dell’Associazione dal punto di vista gestionale, federale e amministrativo devono essere ispirate alla massima correttezza, trasparenza e legittimità formale e sostanziale.
L’Associazione adotta, garantendone un’efficace attuazione, un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire comportamenti illeciti anche da un punto di vista fiscale e previdenziale.
La convinzione di agire a vantaggio dei risultati sportivi non giustifica in alcun modo l’adozione di comportamenti in contrasto con i principi e le regole contenute nel presente Codice Etico.
L’Associazione si impegna a non intrattenere alcun rapporto con soggetti che non operino nel rispetto delle norme e dei principi espressi nel presente Codice Etico.
In particolare l’Associazione si impegna a:
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operare in piena sintonia con le famiglie ascoltando le loro esigenze e cercando di dare ad esse risposte;
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sviluppare regole interne di comportamento orientate a creare un sano ambiente di crescita e di sviluppo delle proprie capacità fisiche, psichiche e relazionali offrendo a ciascun bambino/ragazzo identica attenzione ed identiche opportunità a prescindere dalle proprie caratteristiche e capacità personali;
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promuovere azioni volte a diffondere una sana cultura sportiva nella convinzione delle insite finalità educative, formative e sociali della stessa attività sportiva;
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sostenere iniziative rivolte alla diffusione dello sport per tutti, ad ogni livello e a qualunque età, valorizzandone i principi etici, umani ed il fair play anche attraverso campagne di comunicazione, diffusione di materiale  educativo,  organizzazione  di   eventi sportivi e altre opportunità formative ma soprattutto attraverso una quotidiana attività sportiva basata su valori di solidarietà, tolleranza, lealtà, onestà, correttezza e rispetto delle diversità creando le condizioni perché tali valori siano vissuti in modo naturale e non come legge da rispettare;
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astenersi da qualsiasi condotta atta ad arrecare pregiudizio alla salute degli  atleti, con particolare riferimento ai bambini e giovani, garantendo che la salute, la sicurezza ed il benessere psico-fisico assumano un ruolo fondamentale ed inderogabile;
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evitare comportamenti che in qualsiasi modo determinino o possano determinare episodi di violenza fisica e/o psicologica o ne costituiscano incitamento o giustificazione;
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promuovere un tifo leale e responsabile nel rispetto degli avversari e degli arbitri con la capacità di saper riconoscere ed apprezzare la forza e l’impegno degli avversari siano essi vincenti o sconfitti;
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insegnare agli atleti a vincere rispettando l’avversario senza mai cercarne  l’umiliazione sportiva; insegnare a perdere con dignità lottando con determinazione, sempre, fino all’ultimo secondo e stimolando, con il proprio  comportamento, il rispetto da parte dell’avversario;
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non premiare alcun comportamento sleale e a prevenirne il verificarsi anche tramite il dialogo ed il confronto con le altre Associazioni sportive e le loro squadre;
Costituiscono particolari obiettivi dell’Associazione:
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organizzare e sostenere iniziative destinate alla diffusione dello sport tra i bambini ed i giovani;
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garantire che la salute, la sicurezza, la educazione ai valori di solidarietà – tolleranza – lealtà – onestà - correttezza e il benessere dei bambini e giovani atleti costituiscano obiettivo prioritario rispetto al successo sportivo o a qualsiasi altra considerazione agonistica;
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garantire il rispetto delle esigenze e bisogni particolari dei giovani e dei bambini in crescita consentendo processi graduali di partecipazione, dal livello ludico di base a quello agonistico assumendo atteggiamenti coerenti nel progressivo passaggio dal mini-basket al settore giovanile sempre nella consapevolezza della prevalenza dei valori etici su quelli agonistici;
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promuovere la consapevolezza della insostituibile importanza della istruzione scolastica garantendo attenzione alla corretta gestione dei rapporti con la pratica sportiva;
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garantire che tutti coloro che operano nella Associazione siano ben qualificati per guidare, formare, educare ed allenare in funzione dei diversi livelli di impegno sportivo e dei diversi ruoli assunti;
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garantire la necessaria vigilanza sui bambini e giovani assicurando che tutti  coloro che operano direttamente e/o indirettamente nella Associazione si comportino in modo ineccepibile sotto il profilo della correttezza morale e del rispetto della dignità e serenità del bambino e del giovane;
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avviare un processo il cui scopo sia quello di creare un condiviso progetto  educativo sportivo tra diverse Associazioni e Organismi federali ovviamente ciascuno nel rispetto della propria autonomia e filosofia, ma volto a diffondere la tolleranza, l’onestà, la cultura della lealtà sportiva e il rispetto delle regole  evidenziando ogni comportamento non coerente dal punto di vista educativo.
L’Associazione dovrà sviluppare ogni iniziativa opportuna per creare le condizioni perché i valori espressi nel presente codice etico siano quotidianamente applicati nelle attività sociali;
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creazione di centri sportivi in cui i ragazzi possano svolgere attività sportiva mettendo a loro disposizione un luogo di sana aggregazione sociale anche tra bambini e ragazzi di età diverse;
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mettere a disposizione il materiale tecnico personale e le dotazioni di palestra necessarie educando al loro rispetto evitando ogni forma di spreco e stimolando attenzione da parte dei ragazzi ad un uso corretto degli stessi;
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promuovere e supportare il continuo aggiornamento dei componenti del settore tecnico e la formazione di nuovi tecnici.
REGOLE DI COMPORTAMENTO
Tutte le attività devono essere svolte con impegno, rigore morale, coerenza, trasparenza e correttezza anche al fine di tutelare l’immagine stessa dell’Associazione e nel pieno rispetto delle normative vigenti e dei regolamenti federali.
E’ fatto obbligo di vigilare costantemente sui minorenni affidati alla Associazione, evitando che gli stessi restino senza sorveglianza.
Le relazioni con i bambini ed i ragazzi devono svolgersi in modo ineccepibile sotto il profilo della correttezza morale; non è tollerata nessuna forma di abuso sui ragazzi, sia esso psicologico o fisico. Si deve evitare di restare soli in luoghi chiusi in compagnia di un singolo bambino o ragazzo.
La guida e l’educazione dei giovani si conducono nel rispetto dei principi etici e umani in generale ed del fair play nello sport in particolare. E’ richiesto il massimo impegno per preservare la salute psicologica e fisica dei giovani, anche al fine di prevenire le devianze, il doping, l’abuso e lo sfruttamento commerciale.
In allenamento e in gara vanno sviluppate le competenze tecniche di tipo motorio, uno stile agonistico sicuro, sano e rispettoso delle regole, il positivo concetto di sé e l’integrazione nel gruppo sviluppando solidarietà, tolleranza e lealtà.
Tutti, nell’ambito delle specifiche attività, devono uniformare la propria condotta al pieno rispetto dei principi di lealtà, onestà, imparzialità, integrità morale evitando comportamenti atti ad incidere negativamente sui rapporti sociali che devono essere improntati all’osservanza dei principi di civile convivenza e tolleranza nel rispetto reciproco e dei diritti e delle libertà delle persone.
Tutti, nell’ambito delle specifiche attività, devono rispettare il diritto alla privacy del bambino, del ragazzo e delle loro famiglie ed è pertanto tassativamente vietato divulgare in qualunque modo e/o forma ogni informazione di cui si è venuti a conoscenza.
I responsabili delle singole attività devono sempre mostrare coerenza tra i valori divulgati e i comportamenti assunti e pertanto non devono utilizzare il ruolo rivestito all’interno dell’Associazione per fini personali e non corrispondenti con l’interesse del gruppo; tutti sono tenuti a rispettare i propri collaboratori e colleghi e a favorirne la crescita professionale nonché lo sviluppo delle potenzialità e competenze.
Tutti nell’esercizio delle attività e funzioni affidate devono operare con coerenza ed imparzialità evitando trattamenti di favore o disparità di trattamento nei confronti di tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno rapporti con l’Associazione e quindi farsi promotori in concreto dei valori etici di riferimento.
E’ vietato rilasciare dichiarazioni o esprimere giudizi che possano in qualsiasi modo ledere l’immagine dell’Associazione o essere lesivi della reputazione di altre persone, enti o Associazioni.
GLI ATLETI
Gli atleti devono perseguire il risultato sportivo della propria squadra sacrificando se necessario il proprio successo personale nel rispetto dei principi previsti dal Codice Etico quali onestà, solidarietà e correttezza e mai violando il principio di lealtà sportiva anche se l’Associazione persegue la crescita non solo di squadra ma anche individuale dei ragazzi sia da un punto di vista sociale che tecnico.
Nella consapevolezza che il loro comportamento contribuisce a mantenere alto il valore dello sport gli atleti devono impegnarsi a:
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avere un buon rendimento scolastico e ad assumere verso le istituzioni scolastiche un comportamento rispettoso delle regole di civile convivenza;
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onorare lo sport e le sue regole attraverso la competizione corretta, impegnandosi sempre al meglio delle possibilità e delle condizioni psicofisiche comportandosi sempre e comunque secondo i principi di lealtà, onestà, solidarietà e correttezza;
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rifiutare ogni forma di doping;
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astenersi dal compiere, con qualsiasi mezzo, atti diretti ad alterare artificiosamente lo svolgimento o il risultato di una gara;Â
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imparare a perdere con dignità lottando con determinazione, sempre, fino all’ultimo secondo e stimolando, con il proprio comportamento, il rispetto da parte dell’avversario;
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ancora più difficile, imparare a vincere rispettando l’avversario, evitando  nei suoi confronti ogni forma di umiliazione ma apprezzandone l’impegno e complimentandosi con lui a fine gara;
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astenersi da qualsiasi condotta suscettibile di ledere l’integrità fisica e/o morale degli avversari, rispettare gli stessi, il loro staff tecnico e dirigenziale;
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rispettare gli ufficiali e giudici di gara nella certezza che ogni decisione è presa in buona fede ed onestamente e che la direzione e/o arbitraggio della  gara sono attività complesse e di difficile attuazione in cui è richiesta preparazione e sacrificio ma che, come ogni attività sportiva, possono determinare l’errore;
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adottare comportamenti atti a sensibilizzare il pubblico delle manifestazioni  sportive al rispetto degli arbitri, degli atleti, delle squadre avversarie e dei relativi sostenitori;
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astenersi dall’esprimere pubblicamente giudizi lesivi della reputazione dell’immagine e dignità personale di altre persone o organismi operanti nell’ordinamento sportivo;
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rendersi disponibili a partecipare ad ogni iniziativa societaria volta alla promozione dello sport, dei suoi valori e principi etici, o comunque con finalità di carattere sociale ed educativo;
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rispettare, sostenere ed aiutare i propri compagni di squadra in ogni circostanza fuori e dentro il campo;Â
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rispettare le scelte dell’allenatore evitando atteggiamenti polemici o di maleducazione e sforzandosi di migliorare la propria performance tecnica e la coesione con i compagni di squadra (le scelte dell’allenatore determinano sempre delusione sugli “esclusi”, ma sia chi gioca che chi siede in panchina o in tribuna fa parte di una squadra e gli altri giocatori sono suoi compagni  con pari dignità, diritti e doveri e pertanto devono essere rispettati);
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rispettare gli impegni, gli orari e le regole propri dell’Associazione in caso  contrario si manca di rispetto all’allenatore ma soprattutto ai propri compagni di squadra;
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essere di esempio per i compagni di squadra e per gli atleti più giovani vivendo con serenità e divertimento lo sport;
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avere cura del materiale tecnico, degli attrezzi e delle strutture di gioco;
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fidarsi delle scelte della società che nell’interesse della crescita umana e tecnica degli atleti opererà sempre in piena sintonia e nel rispetto delle scelte familiari.
I TECNICI
I tecnici devono trasmettere ai propri giocatori valori come solidarietà – tolleranza  – lealtà – onestà – correttezza che sono il fondamento di una sana attività sportiva. Chi intraprende l’attività di tecnico, sia professionalmente che a livello volontario, deve essere portatore di questi valori e rappresentare un esempio per i propri atleti comunicando con le proprie azioni il loro vero significato.
Il comportamento degli allenatori, dunque, deve essere sempre eticamente corretto nei confronti di tutte le componenti: atleti, colleghi, arbitri, dirigenti, genitori, tifosi e mezzi di informazione.
I tecnici sono presi ad esempio dai giovani come modelli di comportamento di conseguenza le loro parole ed atteggiamenti hanno una grande influenza nei confronti dei giovani atleti. L’allenatore con i suoi atteggiamenti deve stimolare la partecipazione, la coesione, il rispetto, l’amicizia, la solidarietà e la fiducia tra compagni di squadra consentendo a tutti i suoi componenti di vivere una serena e divertente esperienza di sport. In tal modo, si favorisce anche la crescita tecnica del  gruppo e del singolo creando un positivo ambiente di lavoro.
Per questa ragione i tecnici devono considerare come propria responsabilità la trasmissione dei suddetti valori morali impegnandosi a:
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promuovere lo sport e le sue regole esaltandone i valori etici, umani ed il fair play;
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tenere un comportamento esemplare, secondo i principi di lealtà e correttezza, così da costituire un modello positivo per tutti gli atleti;
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usare nei confronti del gruppo e del singolo l’autorevolezza che deriva dalla coerenza dei comportamenti e non l’autorità che deriva dal ruolo;
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non premiare comportamenti sleali ne adottarli personalmente e se individuati condividere con il gruppo le ragioni del loro rigetto;
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non compiere in alcun modo atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o ad assicurare a chiunque un indebito vantaggio;
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non privilegiare mai il risultato alla coesione del gruppo pur nella ricerca di un risultato sportivo vincente (il gruppo deve essere vincente in campo e fuori campo);
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astenersi da qualsiasi condotta suscettibile di ledere l’integrità fisica e/o morale dell’avversario;
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rispettare gli ufficiali e giudici di gara nella certezza che ogni decisione è presa in buona fede ed obiettivamente;
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segnalare agli organi societari preposti ogni situazione di conflitto di interessi anche solo apparente o comportamenti anche di terzi che non contribuiscono a diffondere lealtà sportiva e rispetto delle regole;
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sostenere e partecipare ad ogni iniziativa societaria volta alla promozione dello sport, dei suoi valori e principi etici, o comunque con finalità di carattere sociale ed educativo;
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controllare i comportamenti degli atleti in palestra, negli spogliatoi, negli alberghi e nei luoghi pubblici educandoli al rispetto delle cose e delle persone;
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controllare che nessuno non autorizzato acceda ai locali in cui stazionano  gli atleti (es. spogliatoi) e che se autorizzato assuma comportamenti irrispettosi della associazione, dei tecnici e degli atleti;
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fatto divieto anche al personale autorizzato di rimanere da solo con un atleta in locale chiuso.
In particolare per il settore giovanile oltre quanto già specificatamente disposto i tecnici si impegnano con particolare attenzione a:
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garantire, anche attraverso costante aggiornamento, che la propria preparazione sia adatta ai bisogni dei giovani ed in particolari dei bambini in funzione dei diversi livelli di impegno sportivo;
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evitare atteggiamenti vessatori o esageratamente punitivi; l’errore compiuto dal bambino o ragazzo non deve essere represso ma corretto utilizzandolo quale elemento formativo ed educativo senza generare ansia o paura di  sbagliare ma serenità e consapevolezza di poterlo superare con l’appoggio e il supporto del proprio allenatore/educatore e della squadra;
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evitare di suscitare nei giovani, nei bambini in particolare, aspettative sproporzionate alle proprie effettive potenzialità. Nello stesso tempo evitare  di creare nei bambini/ragazzi con minori doti motorie e tecniche la  convinzione di non poter mai fare bene o far parte del gruppo;
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dedicare eguale attenzione ed interesse a tutti i bambini indipendentemente  dalle potenzialità individuali e dare il giusto riconoscimento non solo al buon risultato tecnico e/o sportivo, ma anche all’impegno e ai progressi compiuti da ciascuno sia tecnicamente che nell’integrazione e nella corretta  partecipazione  alla  vita  della squadra. L’attenzione non deve essere solo dichiarata ma “praticata”: se si riconosce che chi ha maggiori capacità tecniche può essere utilizzato più a lungo in partita, a maggior ragione  occorre prestare grande attenzione soprattutto agli altri componenti della squadra coinvolgendoli e motivandoli oltre che con il dialogo anche con piccoli ma significativi segnali ad esempio facendo giocare loro ogni quarto o facendoli partire in quintetto base; Â
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procedere, nella formazione delle squadre giovanili, alla selezione degli atleti tenendo conto non soltanto dei risultati sportivi e/o della condizione fisica bensì anche dell’impegno dimostrato, della condotta tenuta, del rispetto delle regole e delle persone;
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avere cura del materiale tecnico, degli attrezzi e delle strutture di gioco;
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motivare i giovani nello studio scolastico rappresentandone il valore centrale nella formazione culturale e della persona;
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stimolare la comprensione di se e l’autostima apprezzando e stimolando  l’impegno nel migliorarsi a prescindere dal livello di partenza e dai risultati ottenuti;
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stimolare la creazione di un gruppo squadra fondato sui valori della amicizia, del rispetto delle diversità e della solidarietà (nella squadra ogni atleta in difesa aiuta i suoi compagni ed in attacco si fida di loro);
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a vestire i colori dell’Associazione durante l’attività sociale e le iniziative ad essa correlate.
Alcuni esempi di comportamento che si ritengono corretti:
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nella suddivisione dei ragazzi in squadre occorre prestare attenzione alla  formazione di gruppi che siano omogenei in base alle capacita tecniche (un  gruppo di ragazzi che praticano il basket con simili capacità costituisce  elemento di stimolo per ogni singolo atleta e consente di evitare situazioni di  emarginazione o scarsa partecipazione), alla territorialità (cercare di formare gruppi omogenei per provenienza consente di creare maggiori possibilità di “vedersi al campetto” di quartiere e facilitare le famiglie nell’organizzare la partecipazione agli allenamenti e alle attività), ai rapporti di amicizia (praticare  sport è un modo di consolidare amicizie già esistenti ma anche di svilupparne nuove), alle esigenze personali del ragazzo e della sua famiglia rispetto agli impegni richiesti dalla appartenenza ad una squadra (aderire ad un gruppo significa rispettarne regole ed impegni con consapevolezza, piacere e soddisfazione);
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la necessità di formare più squadre comporta la esigenza di dover fare scelte che sono di esclusiva competenza della società in accordo con l’allenatore; le scelte di qualunque natura comportano, purtroppo, la certezza di non poter accontentare tutti e pertanto ogni comportamento dei tecnici e della società deve tenere in primo luogo in considerazione il  rispetto  degli  “esclusi” (chi viene premiato con una scelta a lui favorevole trova  gratificazione nella scelta stessa) ad esempio la riunione con le famiglie di inizio anno dovrà essere unica per tutti i ragazzi  della  stessa  annata  alla  presenza  di  tutti  gli  allenatori  delle diverse squadre, la preparazione atletica di inizio anno dovrà essere fatta tutti insieme, ai ragazzi dovrà essere chiaramente comunicato che la scelta non è per sempre ma solo per creare le migliori condizioni per imparare e divertirsi giocando, a tutte le squadre dovrà essere proposta la  partecipazione a  tornei  avvisando la  famiglia a  inizio anno della programmazione prevista;
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il tecnico il “gestore” del gruppo ed è lui che rappresenta la società pertanto ha il diritto di operare le proprie scelte ma nell’ambito di un comune progetto sportivo educativo che la società ha fatto proprio e che di fatto deve caratterizzare l’intera attività del settore giovanile (i principi, le regole ed i comportamenti non possono essere diversi tra le varie  squadre  ma  possono  essere  diversamente  utilizzati  nella consapevolezza  che  una  delle  ricchezza  della  nostra  Associazione risiede nella diversità umana e tecnica dei nostri bravissimi allenatori e nella diversità dei gruppi / squadre);  Â
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le comunicazioni ai ragazzi del settore giovanile dovranno essere fatte da ogni allenatore tramite sms o comunicazione telefonica direttamente al ragazzo; le comunicazioni alle famiglie saranno fatte dal dirigente accompagnatore tramite sms o comunicazione telefonica (nel minibasket le  comunicazioni saranno fatte dall’allenatore solo alle famiglie tramite sms o comunicazione telefonica); la associazione se ne accolla il costo;
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gli allenamenti dovranno svolgersi a porte aperte per consentire alle famiglie una eventuale partecipazione quali spettatori alla attività quotidiana (eventuali comportamenti non adeguati al codice etico o interferenze di qualunque tipo al normale svolgimento della attività da parte delle famiglie dovranno essere segnalati al responsabile tecnico del  settore  giovanile  che attiverà la società per gli opportuni provvedimenti);
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nello sport il migliore gioca di più ma da solo non vince la partita, è il gruppo che vince: l’allenatore è costretto a fare scelte ma deve sempre farlo con rispetto per tutti i giocatori ed in particolare per i più “deboli” (giocare 3 minuti a partita è deludente ma giocare gli ultimi 3 minuti a risultato  acquisito può essere umiliante: trovare il giusto modo di gestire queste situazioni usando il  dialogo e il buon senso può rafforzare i singoli ed il gruppo rendendolo vincente);  Â
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i tecnici devono prestare particolare attenzione alla coesione del gruppo e alle motivazioni individuali: l’abbandono della attività da parte di un ragazzo è la peggiore sconfitta che si possa subire mentre vedere il proprio gruppo che si rafforza anche numericamente nell’amicizia è la più importante vittoria.
LO STAFF MEDICO
Lo staff medico deve rispettare le normative nazionali ed internazionali dettate in materia di lotta al doping garantire che la salute sicurezza e benessere psico-fisico degli atleti vengano prima di qualsiasi altra considerazione. E’ dovere dello staff medico vigilare sulla salute degli atleti, garantendo assistenza e buona cura, utilizzando metodi non aggressivi per l’organismo e facendosi carico nel contempo di una penetrante azione educativa.
I GENITORI
In considerazione del loro ruolo unico ed insostituibile i genitori, al fine di consentire il massimo raggiungimento degli obiettivi che l’Associazione si prefigge e di facilitare la creazione di un ambiente sportivo sano nel segno di una autentica cultura dello sport, si impegnano a:
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far vivere ai giovani atleti, ed in particolare ai bambini, un’ esperienza sportiva che li educhi ad una sana attività fisico-motoria anteponendo la salute, il benessere psico-fisico, l’amicizia, l’onestà e la tolleranza ad ogni altra considerazione;
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favorire nei processi educativi la cultura del fair play e della solidarietà nello sport;
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evitare di suscitare e/o alimentare aspettative sproporzionate alle possibilità dei bambini / ragazzi e dare il giusto riconoscimento non solo al buon  risultato tecnico/sportivo ma anche all’impegno e ai progressi compiuti da ogni bambino o ragazzo sia tecnicamente che nell’integrazione e corretta partecipazione alla vita della squadra;
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promuovere un’esperienza sportiva che sappia valorizzare le potenzialità  dei propri figli nel rispetto delle esigenze e bisogni personali propri dei naturali processi di crescita; evitare ogni forma di pressione sia fisica che  psicologica e favorire un equilibrato ed armonico sviluppo delle abilità psico-motorie apprezzando l’impegno e la partecipazione piuttosto che i risultati  conseguiti; assumere un atteggiamento di dialogo e confronto costruttivo con l’Associazione che è obbligata anche a fare scelte nella formazione delle  squadre (pur operando nel rispetto dei principi enunciati nel Codice Etico qualunque scelta determinerà in qualcuno delusione e un senso di  esclusione: occorre collaborare perché tale stato d’animo sia superato e il bambino/ragazzo ne esca rafforzato);
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mettere in risalto il piacere e la soddisfazione di praticare sport e a non esercitare pressioni indebite o contrarie al diritto del giovane e/o bambino di scegliere liberamente sulla sua partecipazione;
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assumere, durante lo svolgimento delle competizioni, atteggiamenti e comportamenti coerenti con i principi del presente Codice Etico affinché essi possano rappresentare un modello positivo da seguire per i propri figli;
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avere cura del materiale tecnico, degli attrezzi e delle strutture di gioco;
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in ogni circostanza fuori e dentro il campo rispettare, sostenere ed aiutare la squadra quale gruppo ed evitare di criticare le scelte degli allenatori ma contribuire a stimolare nel bambino / ragazzo il giusto atteggiamento verso possibili delusioni sportive;
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onorare gli impegni, gli orari e le regole propri dell’Associazione sportiva nel rispetto dei suoi compagni di squadra;
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evitare l’accesso in tutti gli spazi (es. spogliatoi) se non esplicitamente autorizzati dall’allenatore e in ogni caso è fatto divieto di rimanere soli con atleti della associazione o assumere comportamenti irrispettosi nei confronti della società, del suo personale tecnico e degli atleti.
I TIFOSI - GENITORI
I genitori nella condivisione degli obiettivi che l’Associazione si prefigge  attraverso l’applicazione del presente Codice Etico, consapevoli delle loro responsabilità al fine di contribuire allo svolgimento delle manifestazioni sportive nel più assoluto rispetto dei valori etici insiti nelle stesse, si impegnano a:
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evitare comportamenti che in qualsiasi modo determinino o possano determinare incitamento alla violenza o creino le condizioni perché la violenza possa essere stimolata o giustificata;
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promuovere un tifo leale, responsabile e non violento a favore della propria squadra ma che non sia contro nessuno;
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evitare comportamenti che possano essere lesivi dell’incolumità fisica altrui e/o determinare situazioni di pericolo, anche solo potenziale, per il sereno svolgimento delle manifestazioni sportive ciò anche attraverso una attiva collaborazione con gli organi dell’Associazione;
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favorire la diffusione di comportamenti coscienti tesi a manifestare apprezzamento per gli avversari siano essi vittoriosi o perdenti nel rispetto di tutti gli atleti e delle loro squadre;
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favorire la diffusione di comportamenti tesi ad accettare gli errori arbitrali nella certezza della buona fede e obiettività dei direttori di gara apprezzando la passione e l’impegno che anche gli arbitri profondono soprattutto nel minibasket e nel basket giovanile;
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evitare comportamenti discriminatori o offensivi in relazione alla razza, origine etnica o territoriale, sesso o orientamenti sessuali, et…., condizione psico-fisicasensoriale, religione, opinioni politiche.
IL COMITATO DEI GARANTI
L’Associazione si impegna ad istituire uno specifico Comitato dei Garanti del Codice Etico, composto da persone che possono anche far parte del Comitato direttivo della Associazione stessa, con il precipuo compito di:
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vigilare sul rispetto delle norme in esso previste;
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pronunciarsi sulle violazioni ed adottare gli eventuali provvedimenti sanzionatori  che  possono  determinare  anche  la  espulsione  dalla Associazione del socio, dirigente, tesserato o atleta e/o la interruzione di ogni rapporto di collaborazione con chi ha commesso la violazione previa richiesta di chiarimenti alla parte.
Linee Guida per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione
Documento trasmesso al CONI per gli adempimenti di competenza
PREMESSA
Le violenze e gli abusi nello sport colpiscono fisicamente ed emotivamente gli atleti, così come l'affidabilità delle organizzazioni sportive. La Federazione condanna fermamente discriminazioni, molestie e abusi in qualsiasi forma e si impegna a prevenire tali comportamenti. La Federazione promuove una politica di “tolleranza zero” per la discriminazione e le violenze indipendentemente dal genere, dall'origine etnica, dalla fede religiosa, dall'orientamento sessuale e dalla disabilità al fine di garantire uno sport aperto e inclusivo. La Federazione tutela il diritto di praticare uno sport sicuro, definito come un ambiente sportivo rispettoso, equo e libero da ogni forma di violenza nei confronti degli atleti soprattutto se minori e particolarmente vulnerabili. Il D.lg. n. 39/2021 ha previsto l’obbligo per le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate, gli Enti di Promozione Sportiva e le Associazioni Benemerite di redigere, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, le linee guida per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, LINEE GUIDA D.LGS. 39/21 ART. 16 3 n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. L’art. 33, D.lgs. n. 36/2021 prevede che ai minori che praticano attività sportiva si applica quanto previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, recante attuazione della direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.
Articolo 1Â Scopo delle linee guida
Le presenti Linee Guida disciplinano gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui al d.lgs. n. 198 dell’11 aprile 2006 sui tesserati, specie se minori d’età. Le presenti Linee Guida recepiscono le disposizioni di cui al d.lgs. n. 36 del 28 febbraio 2021 e al d.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021 nonché le disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI in materia e i Principi Fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso, violenza e discriminazione dettati dall’Osservatorio Permanente del CONI. L’obiettivo che s’intende perseguire è fornire una guida alle proprie Affiliate per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
In particolare, le Linee Guida perseguono almeno i seguenti obiettivi:
a) la promozione dei diritti di cui agli articoli successivi;
b) la promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di tutti i tesserati, in particolare minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le diversità;
c) la consapevolezza dei tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e tutele;Â
d) l’individuazione e l’attuazione da parte delle Affiliate di adeguate misure, procedure e politiche di safeguarding, anche in conformità con le raccomandazioni del Responsabile Federale delle Politiche di Safeguarding, che riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di tesserati minori;
e) la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e tutela dei segnalanti;
f) l’informazione dei tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la segnalazione degli stessi;
g) la partecipazione delle Affiliate e dei tesserati alle iniziative organizzate dagli Enti di affiliazione nell’ambito delle politiche di safeguarding adottate;
h) il coinvolgimento proattivo di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di safeguarding delle rispettive Affiliate.
Articolo 2 Diritti e doveri
Diritto fondamentale dei tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione, prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei tesserati costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo. Chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva è tenuto a rispettare i predetti diritti dei tesserati.
La Federazione adotta misure per assicurare l’effettività dei diritti di cui al comma precedente e le relative tutele, con particolare riguardo alla tutela dei minori. Adotta, altresì, ogni necessaria misura per favorire il pieno sviluppo fisico, emotivo, intellettuale e sociale dell’atleta, la sua effettiva partecipazione all’attività sportiva nonché la piena consapevolezza di tutti i tesserati in ordine a propri diritti, doveri, obblighi, responsabilità e tutele.
Articolo 3 –Durata delle linee guida
Le presenti Linee Guida avranno validità quadriennale. LINEE GUIDA D.LGS. 39/21 ART. 16 5
La Federazione provvederà alla revisione o aggiornamento delle stesse ogni qual volta sia necessario al fine di recepire eventuali modifiche e/o integrazioni dei Principi fondamentali e raccomandazioni dell’osservatorio Permanente del Coni nonché eventuali modifiche e integrazioni previste della normativa e/o emanate dalla Giunta del Coni dei Principi fondamentali
Articolo 4 Destinatari
Tutte le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche e le Società Sportive Professionistiche affiliate alla Federazione.
Articolo 5 Principi fondamentali e fattispecie di abuso violenza e discriminazione
Ogni Affiliata nella predisposizione del proprio modello e codice di condotta dovrà prevedere il rispetto dei principi fondamentali di non discriminazione, parità di genere, uguaglianza nell’attività sportiva e trasparenza così come richiamati nel codice etico adottato dalla Federazione. Le Linee Guida prevedono le seguenti fattispecie di abuso, violenza e discriminazione:
a) l’abuso psicologico;
b) l’abuso fisico;
c) la molestia sessuale;
d) l’abuso sessuale;
e) la negligenza;
f) l’incuria;
g) l’abuso di matrice religiosa;
h) il bullismo, il cyberbullismo:
i) i comportamenti discriminatori.
Nel dettaglio si intendono:
a) per “abuso psicologico”, qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul senso di identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
b) per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse, soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale di procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena crescita. Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque doloranti, nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che favoriscono il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti o le pratiche di doping;
c) per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
d) per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può consistere anche nel costringere un tesserato a porre in essere condotte sessuali inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il tesserato in condizioni e contesti non appropriati;
e) per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando un danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o psicologici del tesserato;
f) per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed emotivo;
g) per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti contrari al buon costume;
h) per “bullismo, cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo individuo o più soggetti possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di uno o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato. Possono anche consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un tesserato che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
i) per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale
Articolo 6 Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e codici di condotta
Entro dodici mesi dalla comunicazione delle Linee Guida federali di cui al precedente comma 1, le Associazioni e le Società sportive affiliate predispongono e adottano modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché codici di condotta ad esse conformi. Tali modelli e tali codici sono aggiornati con cadenza almeno quadriennale e tengono conto delle caratteristiche dell’Affiliata e delle persone tesserate. Ai sensi dell’art. 16, comma 4, del d.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, le Associazioni e le Società sportive affiliate già dotate di un modello organizzativo e di gestione ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 lo integrano con i modelli organizzativi e i codici di condotta di cui al comma precedente. . I modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e i codici di condotta di cui al precedente comma 2 sono pubblicati sul sito internet dell’Affiliata, affissi presso la sede della medesima nonché comunicati al responsabile di cui al successivo art. 10. Della loro adozione e del loro aggiornamento è data notizia sulla homepage dell’Affiliata. Ai sensi del secondo periodo del comma 2 dell’art. 16 del d.lgs. n. 39 del 28 febbraio 2021, l’Associazione o la Società sportiva che sia affiliata anche ad altra Federazione sportiva nazionale, Disciplina sportiva associata, Ente di promozione sportiva o Associazione benemerita e opti per l’applicazione delle Linee Guida emanate da altro ente di affiliazione, ne dà immediata comunicazione al responsabile delle politiche di safeguarding della FIP. I modelli organizzativi e i codici etici devono possedere i contenuti minimi indicati al titolo III eIV dei Principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso violenza e discriminazione emanati dall’Osservatorio Permanente Coni per le politiche di safeguarding.
Articolo 7 misure e procedure di safeguarding
Oltre al rispetto dei citati principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso violenza e discriminazione ogni Affiliata nella predisposizione del proprio modello e codice di condotta dovrà prevedere policy adeguate per la prevenzione di qualsiasi tipo di abuso, violenza o discriminazione nell’attività sportiva. Tali politiche di prevenzione, che saranno adottate anche dalla Federazione per le rappresentative nazionali di competenza della stessa, dovranno includere quanto meno:
- Controllo del casellario e dei carichi pendenti di allenatori, tecnici, dipendenti, medici e altri soggetti a contatto con gli atleti;
- Previsione di specifiche politiche di prevenzione volte a regolamentare la condotta di tecnici e di tutto lo staff anche medico, se presente, a contatto con gli atleti in gara e durante gli allenamenti con specifico riferimento esemplificativamente alla separazione degli spogliatoi tra tecnici e atleti, allo svolgimento delle visite mediche e alle sedute singole di allenamento.
- Previsione di specifiche politiche di prevenzione durante le trasferte in Italia e all’estero in relazione ai rapporti tra tecnici e staff anche medico con gli atleti con riferimento esemplificativamente alla sistemazione in hotel, agli spostamenti della squadra e in generale ai rapporti tra atleti e tecnici al di fuori dell’allenamento e delle singole partite “fuori casa”.
- Previsione di politiche di prevenzione specifiche nel caso in cui si tratti di atleti minori sia durante le trasferte che durante gli allenamenti e le gare, che prevedano sempre il consenso dei genitori.
- Previsione del divieto per allenatori e staff di svolgere allenamenti singoli o al di fuori dei giorni e orari previsti per la squadra. Laddove l’allenamento singolo fosse necessario per la preparazione dell’atleta si dovrà svolgere in presenza di almeno due tecnici e, se si tratta di atleti minori, alla presenza di almeno uno dei genitori o l’autorizzazione degli stessi;
- Previsione del divieto per allenatori e staff sia in allenamento che in trasferta di condividere con gli atleti bagni, spogliatoi, stanze e altri spazi comuni;
- Previsione dell’affiancamento all’allenatore di almeno un altro membro dello staff durante gli spostamenti degli atleti in trasferta, durante gli allenamenti ed in tutte le occasioni in cui il tecnico accompagni gli atleti a casa. Se trattasi di atleti minorenni occorre prevedere l’obbligo di autorizzazione dei genitori;
- Previsione di uno specifico protocollo di comportamento, eventualmente anche come parte del codice etico da adottare, per gli atleti maggiorenni e minorenni che abbia ad oggetto il rispetto dei principi fondamentali di non discriminazione e non violenza nell’ambito di allenamenti, condivisione di spazi comuni come gli spogliatoi e in generale rapporti con gli atleti della propria e dell’altra squadra;
- Previsione di uno specifico protocollo di comportamento, eventualmente anche come parte del codice etico da adottare, per allenatori e staff tecnico relativo alle modalità di allenamento che non devono mai sfociare in atti di violenza e discriminazione verso gli atleti. Ogni Affiliata dovrà prevedere nel proprio modello organizzativo e/o codice di condotta programmi di formazione volti a far conoscere ai propri tesserati i principi fondamentali da rispettare e le politiche di prevenzione adottate anche in conformità a quanto indicato nei Principi fondamentali per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso violenza e discriminazione emanati dall’Osservatorio Permanente Coni per le politiche di safeguarding. Di tale formazione bisognerà dare prova tramite attestati di partecipazione almeno semestrali.
Articolo 8 - Segnalazione e individuazione del responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni.
Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati nonché per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33, comma 6, del d.lgs. n. 36 del 28 febbraio 2021, le Associazioni e le Società sportive affiliate nominano, entro il 1° luglio 2024, un responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni. La nomina del responsabile di cui al comma 1 è senza indugio pubblicata sulla homepage dell’Affiliata e/o affissa presso la sede della medesima nonché comunicata al responsabile federale delle politiche di safeguarding. Ogni affiliata dovrà prevedere nel proprio modello organizzativo funzioni, responsabilità nonché requisiti e procedure per la nomina del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e ne garantisce la competenza, nonché l’autonomia e l’indipendenza anche rispetto all’organizzazione sociale. I modelli garantiscono l’accesso di tale Responsabile nonché del Responsabile per le politiche di safeguarding federale alle informazioni e alle strutture sportive, anche mediante audizioni e ispezioni senza preavviso, nonché favorendo la collaborazione dei tesserati e di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva. Ogni affiliata dovrà prevedere nel proprio modello organizzativo e/o codice di condotta specifiche politiche di segnalazione di eventuali abusi, violenze o discriminazioni, garantendo la riservatezza e l’anonimato per il segnalante, specificando i diversi canali di segnalazione e le persone designate Nel caso di una denuncia che coinvolga un minore come presunta vittima, i genitori o il tutore legale del minore devono essere informati, a condizione che ciò non sia considerato un rischio per la sicurezza di tale minore.
Articolo 9 Controlli e sanzioniÂ
Ai sensi del D.Lgs. n. 39/2021 la Federazione prevede che le Associazioni e Società sportive dilettantistiche e società sportive professionistiche, unitamente ai Presidenti, che non adempiano agli obblighi di cui all’art. 16, comma 2, D.LGS. n. 39/2021 e all’articolo 1 delle presenti linee guida, sono sanzionate secondo le procedure disciplinari e le sanzioni previste nel Regolamento di giustizia federale. Il mancato adeguamento da parte dell’Associazione o della Società sportive affiliata agli obblighi di cui ai precedenti articoli ovvero la dichiarazione non veritiera rispetto ai predetti obblighi costituiscono violazione dei doveri di lealtà, probità e correttezza, ai sensi del Regolamento di Giustizia.
ART. 10 RESPONSABILE FEDERALE DELLE POLITICHE DI SAFEGUARDING
[ 1. Con lo scopo di prevenire e contrastare gli abusi, le violenze e le discriminazioni di cui all’art. 1, comma 1, è istituito presso la Federazione/l’Ente il Safeguarding Officer. Il Safeguarding Officer è il responsabile delle politiche di safeguarding ed è competente altresì per la verifica di situazioni di pericolo o abusi in corso, nel rispetto delle competenze della giustizia sportiva, nonché per le azioni di prevenzione.
2. Il Safeguarding Officer è nominato dal Consiglio Federale ed è scelto tra:
a) i professori universitari di prima fascia, anche a riposo, in materie giuridiche o medicosanitarie;
b) i magistrati, anche a riposo, delle giurisdizioni ordinaria, amministrativa, contabile o militare
c) gli avvocati dello Stato, anche a riposo;
d) i notai, con almeno sei anni di esperienza in ambito sportivo;
e) gli avvocati abilitati all’esercizio dinanzi alle giurisdizioni superiori e con almeno sei anni di esperienza nella giustizia sportiva;
f) coloro che abbiano ricoperto il ruolo di Presidente, o Segretario Generale di Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva e Associazioni Benemerite; g) gli sportivi di alto livello in discipline sportive organizzate da Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate riconosciute dal CONI.
3. Il Safeguarding Officer è il responsabile delle politiche di safeguarding. In particolare, il Safeguarding Officer:
a) vigila sull’adozione e sull’aggiornamento da parte delle Associazioni e delle Società sportive affiliate dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva nonché dei codici di condotta di cui al precedente art. 2, nonché sulla nomina del responsabile di cui al precedente art. 8, segnalando le violazioni dei predetti obblighi da parte delle Associazioni e delle Società sportive affiliate al Segretario Generale, nonché all’Ufficio del Procuratore federale per i provvedimenti di competenza;
b) adotta le opportune iniziative per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione di cui al precedente art. 1, comma 1;
c) segnala agli organi competenti eventuali condotte rilevanti;
d) relaziona, con cadenza semestrale, sulle politiche di safeguarding della Federazione/Ente all’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche di Safeguarding;
e) fornisce ogni informazione e ogni documento eventualmente richiesti dall’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche di Safeguarding;
f) svolge ogni altra funzione attribuita dal Consiglio Federale. Roma, 31 agosto 202
Roma, 31 agosto 2023